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autore
brano
 
Cicerone
Della divinazione, II, 147
 
originale
 
147 Si igitur neque deus est effector somniorum neque naturae societas ulla cum somniis, neque observatione inveniri potuit scientia, effectum est ut nihil prorsus somniis tribuendum sit, praesertim cum illi ipsi, qui ea vident, nihil divinent, ii qui interpretantur coniecturam adhibeant, non naturam, casus autem innumerabilibus paene saeculis in omnibus plura mirabilia quam in somniorum visis effecerit, neque coniectura, quae in varias partis duci possit, non numquam etiam in contrarias, quicquam sit inc?rtius.
 
traduzione
 
147 Se, dunque, n? la divinit? ? causa dei sogni, n? vi ? alcuna connessione fra la natura e i sogni, n? la scienza dei sogni si ? potuta stabilire mediante l'osservazione, la conclusione ? che ai sogni non si deve attribuire assolutamente alcun valore, tanto pi? che quelli che fanno sogni non sanno prevedere nulla in base a essi, quelli che li interpretano ricorrono a spiegazioni vaghe, non a leggi naturali, e il caso, nel volgere di innumerevoli secoli, ha prodotto in ogni campo pi? effetti mirabili che nelle visioni dei sogni, e niente ? pi? incerto dell'interpretazione, la quale si pu? trascinare in varie direzioni, spesso in direzioni addirittura opposte.
 

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